Il jeans, ancora una volta, icona del cambiamento

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  Il jeans ha un fascino intramontabile, tuttavia non bisogna dimenticare che genera un impatto ambientale importante. Per ridurlo, si fanno strada diversi progetti sui fronti del design e del riciclo. di Redazione Nel mondo occidentale, il jeans è sicuramente il materiale più iconico nel settore tessile e nella moda in generale. Il più versatile e anche il più controverso, quando si parla delle sue origini. Il primo tessuto “blue jeans” pare sia stato realizzato in una fabbrica manifatturiera di Nîmes, in Francia : da qui si pensa derivi la parola denim, ma c’è ancora molto dibattito in materia. Ci sono, infatti, testimonianze ben più antiche, come alcune statuine di presepe tardo settecentesche conservate al Museo Civico Luxoro di Genova, che sembrano documentare come il jeans fosse comunemente utilizzato per confezionare gli abiti da lavoro e da festa già all’epoca. Addirittura, i pantaloni indossati da Giuseppe Garibaldi quando partì nel 1860 alla volta di Marsala erano di fustagn

Ricordi da Muzuane - Elsa

Scoprirete che in un piccolo villaggio del Nord del Mozambico chiamato Muzuane, tra Nsuwa ("Il Sole") ed Epula ("La Pioggia") esiste un tesoro che nessuna somma di denaro sarà mai in grado di comprare, perchè inestimabile: voi stessi.

 Partecipa alle Vacanze Solidali!E allora bum, bum, bum all’impazzata. Parti in punta di piedi lasciando il mondo delle certezze alle tue spalle. Ci sei dentro ormai. E sai perché? Perché quando senti il vento del profondo sud scorrere tra le dita, tra i capelli, sotto i vestiti, tutto il resto non conta. Infinitesimali atomi della tua esistenza stanno per ricongiungersi a qualcosa di altro. Polveroni. Moto come taxi. Slalom tra le dune rossastre. Fango e paglia e capanne. A piedi scalzi. A mani nude. Bambini che urlano “Tatà!” e tu li saluti come se fosse la cosa più naturale del mondo. Baobab. Donne e capulane. Legna da ardere e falò che ti scaldano il cuore. Curiosità mista a timore.

Hai messo in pigiama la mente là dove la convenzione è utopia e l’utopia non si sa cosa sia. Al riparo dai “perché”, dai “come finirà”, dai “se avessi detto”, “se avessi fatto”. Ti lasci cullare dall’agio del sentirti adeguato come tra le braccia di chi vuole proteggerti da quel te stesso talvolta maledettamente incapace del semplice amare. Il superfluo è superfluo. L’essenziale è l’aver condiviso tutto questo con più che dei semplici compagni di viaggio. Ti lasci cullare dall’agio di aver trovato il tesoro più prezioso: l’amicizia. 

Il sole sta tramontando e così la vita si chiude nelle abitazioni e fuori cala la notte e apprezzi gli odori, le stelle, il silenzio. Quello vero non esiste, disse un tale, così come non esiste la vera solitudine, perché basta abbandonarsi alle voci dell’Universo. Tutti sotto lo stesso cielo, ma alla fine del mondo che non chiede, dà. Come ha fatto con me. Grazie Africa per avermi insegnato che condividere è meglio che avere. Grazie Humana per aver reso possibile tutto questo.

- Elsa, Muzuane 2015

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